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Dai una mano anche tu! Narrazione di una esperienza nella scuola in ospedale - Marina De Luca

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Dai una mano anche tu! Narrazione di una esperienza nella scuola in ospedale - Marina De Luca

Dai una mano anche tu!
Narrazione di una esperienza nella scuola in ospedale

Uno sguardo al contesto
Condividere con il bambino e la sua famiglia l’esperienza del ricovero significa comprenderne le difficoltà e lo spaesamento che la scuola è chiamata a lenire.
La scuola in ospedale, oltre a tutelare il diritto all’istruzione del minore in situazione di fragilità, si fa garante della continuità tra il mondo del bambino e la quotidianità del ricovero, rispondendo all’esigenza del piccolo di sottrarsi, almeno per un po', ai ritmi ospedalieri dettati dalle procedure di tipo diagnostico e terapeutico.
La scuola in ospedale rappresenta un elemento di normalità laddove tutto appare confuso e incerto (Kanitza, Luciano, 2006).
La scuola ospedaliera si differenzia e si caratterizza rispetto alla scuola tradizionale non soltanto per le sue specifiche modalità di apprendimento-insegnamento ma anche per la peculiarità e complessità del contesto nel quale si trova ad operare.
Le attività dei docenti non sono scandite e cadenzate dal suono di una campanella, ma si adattano ai ritmi del reparto nel quale operano; è la scuola che bussa e chiede permesso all’intero nucleo familiare ma, in prima battuta, al bambino e spesso si lavora nella sua stanza in presenza di altri adulti come le figure parentali, il personale sanitario, i volontari.

Il lavoro d’equipe
Se è vero che l’insegnante di scuola ospedaliera non sempre può condividere il suo lavoro con altri colleghi, è pur vero che in ospedale sono presenti altre figure che supportano il bambino durante la degenza.
Si rende necessario costruire una Alleanza terapeutica tra tutte quelle professionalità che copartecipano alla cura sia sanitaria che educativa del bambino malato (Caso, 2015).
L’alleanza di pratiche sanitarie ed educativo-didattiche o, meglio ancora, di buone prassi che si caratterizzano per impronte professionali differenti, garantisce alla scuola in ospedale un ruolo di primo piano nel progetto di cura del piccolo paziente.
Lavorare in equipe presuppone coordinamento, collaborazione continua, salvaguardando la specificità di ciascuno.
Per realizzare concretamente e non soltanto sulla carta una rete di lavoro comune, è indispensabile che il docente non stia all'esterno del sistema di cura ma ne faccia parte integrante: egli è uno snodo fondamentale nelle maglie terapeutiche.
La scuola in ospedale e l’istruzione domiciliare, quali esperienze positive del sistema nazionale di istruzione e formazione, sono riconosciute, in ambito sanitario, come parte integrante del percorso terapeutico (D.M. n. 461 del 2019), come parte della cura in senso globale.

Narrazione di una esperienza
Durante la calda estate appena trascorsa, maestra Rina1 ritrova tante “manine” colorate curiosando tra gli scatoloni del materiale scolastico accumulato in numerosi anni di lavoro.
Le “manine” colorate e personalizzate con pensieri e disegni augurali, sono state create in occasione di un Natale speciale, uno tra i tanti passati con gli alunni della Scuola in Ospedale G. Macciotta.
È risaputo che la permanenza in ospedale non è piacevole per nessuno, tanto meno per i bambini che aspettano il periodo natalizio per realizzare i loro desideri e per sognare i doni che porterà Babbo Natale.
Così la maestra organizza una attività insolita: allestire un albero di Natale sul quale tutti, grandi e piccini, possano appendere tante mani di cartoncino colorato, realizzate con le impronte dei piccoli ospiti del reparto, dei loro familiari, del personale medico e infermieristico, dei volontari.
Ancora oggi, rileggendo quanto donato attraverso queste impronte, ritorna intatta l’emozione suscitata dalle parole della piccola F. che scrive: <Caro Gesù bambino, perché non resti con noi a guarire le malattie? Aiuteresti tutti noi a guarire. Resta per sempre con me, ti voglio bene, tanti baci>, e la tenerezza per la piccola di due mesi che ci ha lasciato la sua piccolissima impronta con l’aiuto della sua mamma.
Un pediatra del reparto, Dr. Gabriele Porcu, allora Referente ospedaliero della Scuola in Ospedale, collabora all’attività scrivendo una poesia (testo 1) dedicata a tutti i partecipanti.
Anche attraverso questo percorso didattico la scuola si fa accoglienza, abbraccio, empatia, speranza; cartoncino e penne colorate divengono il tramite per aiutare il bambino a tener viva la parte sana, a riconoscersi come un bambino che è anche e non solo come malato (Kanitza, 2013).
Le impronte colorate incarnano quella sinergia professionale ed umana che mette al centro il bambino con le sue risorse ma anche con le sue fragilità.

La formazione e l’esperienza del tirocinio

La complessità del contesto ospedaliero e lo stato di malattia degli alunni della Scuola in Ospedale, evidenziano la necessità di formare il personale docente in maniera specifica attraverso percorsi formativi dedicati, sia iniziali che in itinere per docenti in servizio.
Da un lato, emerge il bisogno di una formazione e aggiornamento continui ma è indubbia la necessità di una specifica formazione iniziale a livello universitario.
Questa esigenza viene segnalata già nella C.M. n.60 del 2012 dove si sottolinea l’opportunità di inserire nella formazione iniziale del docente di ogni ordine e grado uno specifico modulo per l’insegnamento a studenti che vivono situazioni temporaneamente complesse e difficili, come è nel caso della degenza in ospedale.
Il tirocinio presso la Scuola in Ospedale e i servizi laboratoriali rappresentano un’occasione di crescita umana ed emozionale, ponendosi quale occasione privilegiata di formazione per i futuri insegnanti.
Il tirocinio di Scienze della Formazione Primaria di Cagliari ha avuto il privilegio di inserire numerosi studenti nel contesto ospedaliero, che ha permesso di toccare con mano le difficoltà, le incertezze, le paure ma anche la fiducia e la forza di andare oltre la malattia dei piccoli ospiti della Clinica Pediatrica. Questa occasione formativa è stata accolta con curiosità e interesse, portando a casa una crescita professionale ma soprattutto umana.
Per non disperdere le emozioni conservate nella scatola di maestra Rina1, insieme al gruppo di tirocinio di questo anno accademico, abbiamo deciso di costruire un libro realizzato con materiali di riciclo, per accogliere tutte le impronte colorate, le foto più significative del percorso didattico e la poesia del medico-scrittore che ha accompagnato l’attività.
La realizzazione di questo manufatto si propone come memoria di desideri e speranze, come traccia per rileggere e riflettere sulle scelte didattiche, ma anche occasione di informazione e formazione su un servizio scolastico ancora poco conosciuto, la Scuola in Ospedale, che prende per mano il bambino malato e lo aiuta a costruire e leggere un sistema di segnali adatto, che gli consente di orientarsi all’interno di un mondo che non conosce, comprendendo e sapendo gestire le proprie reazioni, ritrovando una strada che lo riporterà alla sua realtà domestica con un’identità più ricca e rafforzata (Capurso, 2001).
Penso sia possibile affermare che scuola e ospedale sono due contesti molto differenti ma accomunati da un impegno comune: raggiungere e salvaguardare il benessere globale dei nostri bambini attraverso figure professionali che fanno della relazione uno strumento imprescindibile.

 Albero Natale
Fif. 1 - L’albero di Natale realizzato nel reparto pediatrico


Dai una mano anche tu!
Non servono grandi virtù,
ci vuole solo la volontà
di tirar fuori un po’ di bontà.
Una mano aperta può ricevere e dare,
se sei caduto ti può risollevare,
se ti accarezza lenisce il dolore
e se la stringi trasmette calore.
Una mano chiusa può stringere il niente,
può far del male al corpo e alla mente.
Ti lascia vuoto, triste e isolato
e non per questo di certo sei nato.
Dai una mano anche tu!
Non servono grandi virtù,
basta un gesto semplice e schietto
per costruire un mondo perfetto!
Gabriele Porcu

Testo 1: Poesia: Dai una mano anche tu!


1 Dr.ssa Rina Perria, insegnante di Scuola Primaria presso la Scuola in Ospedale “G. Macciotta” presso l’omonimo Ospedale pediatrico dell’AOU di Cagliari, Direttore Prof.ssa Anna Maria Nurchi, appartenente all’I.C. Satta-Spano-De Amicis, Ds. Dr.ssa Rita Cambuli.

Bibbliografia

- Capurso M. (a cura di), Gioco e studio in ospedale, Erikson, Trento, 2001, pag. 89.
- Caso R., Bambini in ospedale. Per una pedagogia della cura, Anicia, Roma, 2015.
- Kanitza S., La paura del lupo cattivo, Roma, Raffaello Cortina Editore, 2013, pag. 57.
- Kanitza S.; Luciano E., La scuola in ospedale, Carocci, Roma, 2006, pag. 37.
- Circolare Ministeriale 16 luglio 2012, n. 60, Indicazioni operative per la progettazione dei percorsi di scuola in ospedale e a domicilio per alunni temporaneamente malati. A.S. 2012/2013. Esiti del seminario nazionale di Torino (29-31 maggio 2012), pag.3.
- Decreto Ministeriale n. 461 del 6 giugno 2019, Linee di indirizzo nazionali sulla scuola in ospedale (SIO) e l'istruzione domiciliare (ID), pag.2.

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